Simone Pesci, Gioco perverso, Sovera, 2008
Un nome, un prescelto. Se riuscirà a restare vivo per tre giorni sarà libero, ma al suo posto morirà qualcun altro.
Sette persone, una villa e un "gioco" che permetterà loro di scoprire potenzialità di sé che non conoscevano... che nemmeno pensavano di possedere.
Unico imperativo: sopravvivere.
Sette persone, una villa e un "gioco" che permetterà loro di scoprire potenzialità di sé che non conoscevano... che nemmeno pensavano di possedere.
Unico imperativo: sopravvivere.
Simone Pesci, Poesie folli e un poema incompiuto, Edizioni della Meridiana, 2005
Poesie e punteggiature ribaltate, versi trasversali, stanze a crocevia o incipit da spazi opposti si aprono al lettore nelle pagine di Poesie folli di Simone Pesci. L'evidente tentativo di capovolgimento del testo va di pari passo con quello del significato che appare innanzi tutto come tentativo di (ri)comporre una strada poetica, con le sue valenze umane e letterarie, che anticipa e prosegue il risultato stesso del lavoro, un particolare confronto con la propria coscienza che si apre con l'immagine tipica del vecchio e dello specchio:<vedo un vecchio tornare dall'inferno/è lo specchio pazzo/di chi rifletto su se stesso... sono il vecchio che torna dall'inferno>. [...]
Il cambiamento, la composizione dell'ordine momentaneo, il compiersi del Poema incompiuto sono comunque la poesia stessa, con il suo astrattismo, i suoi sovvertimenti e con gli evidenti tentativi ad essi, formula taumaturgica di rinnovo o conferma della propria identità (Lorenzo Bertolani)
Con questo volume Pesci fonda una nuova avanguardia letteraria sperimentando sia sul piano verbale che sul piano grafico per creare un nuovo modo di leggere e fare poesia. L’autore attraverso arditezze grafiche e verbali veicola l’espressione delle emozioni e dei pensieri fino a raggiungere l’acme della sua ricerca nell’incompiutezza (Poema incompiuto) e nell’astrattismo poetico. Dell’astrattismo poetico definisce, in questo stesso libro, le linee guida firmando il Manifesto di poesia astratta.
Il cambiamento, la composizione dell'ordine momentaneo, il compiersi del Poema incompiuto sono comunque la poesia stessa, con il suo astrattismo, i suoi sovvertimenti e con gli evidenti tentativi ad essi, formula taumaturgica di rinnovo o conferma della propria identità (Lorenzo Bertolani)
Con questo volume Pesci fonda una nuova avanguardia letteraria sperimentando sia sul piano verbale che sul piano grafico per creare un nuovo modo di leggere e fare poesia. L’autore attraverso arditezze grafiche e verbali veicola l’espressione delle emozioni e dei pensieri fino a raggiungere l’acme della sua ricerca nell’incompiutezza (Poema incompiuto) e nell’astrattismo poetico. Dell’astrattismo poetico definisce, in questo stesso libro, le linee guida firmando il Manifesto di poesia astratta.
Simone Pesci, Il diario del mistero e altri racconti toscani, Sovera, 2005
Degli investigatori sono sulle tracce di un mistero; un castello assediato da insolite presenze, tre ricercatori, un’oscura profezia; un’abbazia governata da monaci perversi; un delitto, un paese sconvolto e le oscure storie dei suoi cittadini; un albergo, strani avvenimenti; un vecchio manicomio e i suoi fantasmi; tre amici che aspettano una festa; un mostro e un giovanotto; un casale misterioso e un tenace commissario. Il diario del mistero e altri racconti toscani è una raccolta di undici racconti che hanno in comune la campagna toscana, non la campagna festosa e ridente, ma una campagna piena di misteri ed incertezze. Scritto con un linguaggio incalzante e pieno di suspance, la raccolta, anche a partire dall’ambientazione porta qualche elemento di novità nella letteratura di genere.
Simone Pesci, Il viandante sperduto, Edizioni della Meridiana, 2004
Un clima rarefatto ci accoglie in un antro dilatato dell'essere. Ci inoltriamo in una strada, o forse un sentiero, come un viandante sperduto fra visioni di cavalieri e dame che sembrano ormai fuori dal tempo, da ogni tempo, ma in quel tempo sorprendentemente dentro il reale, dentro lo spazio amplificato dell'uomo. Ed è l'uomo che appare nella sua «armoniosa disarmonia/ della perfezione», perfetto nella sua imperfezione, guidato sulla via da un amore, un grande amore «oltre il silenzio e la morte», in un «viaggio infinito».
Silenzio, musica del vento, stupore: realtà rarefatte che progressivamente si concretizzano in un cosmo vivificato dall'amore, e ancora sogno, un sogno segreto, il sogno di un incontro, l'incontro con lei, la dama, la «bella dama celeste», colei che accompagna la vita, sempre presente, misteriosa ma tangibile nel suo abbraccio totale, fisico e metafisico. Una donna salvifica, anche nelle pieghe di una realtà dolorosa, che ci porta alle soglie del grido, un grido dell'essere al cospetto di un «profondo imbrunire» (Andrea Ulivi)
...uno dei temi fondamentali è quello dell'amore come salvezza se non addirittura come sentimento fondamentale nella vita. Non credo sia un caso che le poesie dove non fai riferimento a un "noi" siano quelle più tristi, che parlano di morte. L'amore a volte inatteso, forse non meritato, come una grazia divina improvvisa. E la poesia è sicuramente un mezzo adatto per trasmettere queste idee [...] Ho apprezzato molto i riferimenti ad una religiosità naturale ed anche ad elementi come la pioggia il mare e il vento. Mi è piaciuta moltissimo l'atmosfera che ricrei nella poesia "Il Rintocco"... (Federico Gasparri)
Silenzio, musica del vento, stupore: realtà rarefatte che progressivamente si concretizzano in un cosmo vivificato dall'amore, e ancora sogno, un sogno segreto, il sogno di un incontro, l'incontro con lei, la dama, la «bella dama celeste», colei che accompagna la vita, sempre presente, misteriosa ma tangibile nel suo abbraccio totale, fisico e metafisico. Una donna salvifica, anche nelle pieghe di una realtà dolorosa, che ci porta alle soglie del grido, un grido dell'essere al cospetto di un «profondo imbrunire» (Andrea Ulivi)
...uno dei temi fondamentali è quello dell'amore come salvezza se non addirittura come sentimento fondamentale nella vita. Non credo sia un caso che le poesie dove non fai riferimento a un "noi" siano quelle più tristi, che parlano di morte. L'amore a volte inatteso, forse non meritato, come una grazia divina improvvisa. E la poesia è sicuramente un mezzo adatto per trasmettere queste idee [...] Ho apprezzato molto i riferimenti ad una religiosità naturale ed anche ad elementi come la pioggia il mare e il vento. Mi è piaciuta moltissimo l'atmosfera che ricrei nella poesia "Il Rintocco"... (Federico Gasparri)
Simone Pesci, L'altro mondo, Edizioni It. Comm., 2003
Teatro caleidoscopico di personaggi medioevali nei costumi e nelle espressioni linguistiche, ma di evidente lettura attuale. Commedia brillante e arguta, movimentata nelle scene e nei dialoghi medievali-modemi, regali e plebei, ricchi e poveri, reali-immaginati. I caratteri dei personaggi, ben delineati, ripetono le problematiche d'oggi, contro il potere oligarchico, indifferente e oppressivo, verso il popolo più debole… attirando gli spettatori per gli splendidi colori, che altro non sono che il potere assoluto, la guerra, la caduta dei re. (Myriam Pierri, Rassegna libraria internazionale Libri in vetrina, edizioni universum 2004)
In generale si dice, ed è vero, che il teatro vada scritto per la scena, cioè che sia meglio vederlo che leggerlo. Affermazione che rimane vera sempre: vedere Euripide, Plauto, Machiavelli (almeno la "Mandragola"), Tirso de Molina ("Don Juan"), Molière, Shakespeare, Goldoni, Pirandello, i nostri amati (anche per questioni politiche, va da sè...) Genet, Pinter, Arrabal, Koltès, Fassbinder, Beckett, Adamov è meglio che leggerli e basta. Ciò anche per il semplice motivo che scrivevano per la scena e non tanto (o affatto) pensando alla lettura individuale, quella silenziosa, che, come diceva Ivan Illich, è cosa tarda e socialmente condizionata.
Ma ci sono anche testi che "vanno" già leggendoli e basta, magari pensando un po' a una lettura interpretativa, che reggono già la pagina, prima ancora della scena. Uno di questi testi è sicuramente "L'altro mondo" (nulla di "metafisico", però, attenzione) di Simone Pesci, edizione It. Comm., Firenze. Una "cattiveria" continua e uno sberleffo intelligentemente impertinente al "potere" dei Super-Potenti, dove il travestimento intelligente in costumi (non solo scenici...) paludati e antichi è simpaticamente trasparente, mentre la satira corrosiva, anzi ancora di più lo humor non arretrano di fronte alla denuncia: che i poveri diventino sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi è storia, non invenzione letteraria...
Simone, giovane poeta, scrittore, terapeuta, nell' "Adunata dei Refrattari"? Direi proprio di sì, ne fa parte a pieno diritto. (Galasso E., in Cenerentola, quindicinale libertario, 63, pag. 11- 5-18 settembre 2005) ww.cenerentola.info
In generale si dice, ed è vero, che il teatro vada scritto per la scena, cioè che sia meglio vederlo che leggerlo. Affermazione che rimane vera sempre: vedere Euripide, Plauto, Machiavelli (almeno la "Mandragola"), Tirso de Molina ("Don Juan"), Molière, Shakespeare, Goldoni, Pirandello, i nostri amati (anche per questioni politiche, va da sè...) Genet, Pinter, Arrabal, Koltès, Fassbinder, Beckett, Adamov è meglio che leggerli e basta. Ciò anche per il semplice motivo che scrivevano per la scena e non tanto (o affatto) pensando alla lettura individuale, quella silenziosa, che, come diceva Ivan Illich, è cosa tarda e socialmente condizionata.
Ma ci sono anche testi che "vanno" già leggendoli e basta, magari pensando un po' a una lettura interpretativa, che reggono già la pagina, prima ancora della scena. Uno di questi testi è sicuramente "L'altro mondo" (nulla di "metafisico", però, attenzione) di Simone Pesci, edizione It. Comm., Firenze. Una "cattiveria" continua e uno sberleffo intelligentemente impertinente al "potere" dei Super-Potenti, dove il travestimento intelligente in costumi (non solo scenici...) paludati e antichi è simpaticamente trasparente, mentre la satira corrosiva, anzi ancora di più lo humor non arretrano di fronte alla denuncia: che i poveri diventino sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi è storia, non invenzione letteraria...
Simone, giovane poeta, scrittore, terapeuta, nell' "Adunata dei Refrattari"? Direi proprio di sì, ne fa parte a pieno diritto. (Galasso E., in Cenerentola, quindicinale libertario, 63, pag. 11- 5-18 settembre 2005) ww.cenerentola.info
Simone Pesci, Raggismo intimo, Edizioni Polistampa, 2002
“Nei tuoi versi sono palesi certi interrogativi sulla vita, sul domani, su chi siamo, sull’universo e sulla nostra capacità di osservare”.
“Hai capito il senso della poesia, quello che deve rappresentare per noi stessi; ed è la cosa più importante”.
“In Angolo oscuro si legge:
Io voglio
Un angolo oscuro
Che mi protegga
Oggi ci domandano spesso: ‘cosa fai?’ e non ‘chi sei?’. Io credo che quell’angolo oscuro tu l’abbia incontrato nella poesia” (Francesco Luti)
“Hai capito il senso della poesia, quello che deve rappresentare per noi stessi; ed è la cosa più importante”.
“In Angolo oscuro si legge:
Io voglio
Un angolo oscuro
Che mi protegga
Oggi ci domandano spesso: ‘cosa fai?’ e non ‘chi sei?’. Io credo che quell’angolo oscuro tu l’abbia incontrato nella poesia” (Francesco Luti)
Simone Pesci, Fuochi di silenzio, Edizioni Polistampa, 2001
Simone Pesci è un giovanissimo autore che si è affacciato alla ribalta letteraria con questo primo volume di versi: “[…] la scommessa dell’opera prima appare accolta e vinta in Fuochi di silenzio. C’è infatti, nel libro, un tono di comune progetto e una qualità di tenuta che rassicurano sulla qualità degli sforzi prodotti e lasciano ben sperare per quelli a venire” (Fabrizio Bagatti)