Intervista febbraio 2006 di Matteo Berti
D. Siamo qui alla libreria Edison di Firenze con lo scrittore e poeta Simone Pesci che in questo anno ha pubblicato un libro di racconti dal titolo “Il diario del mistero e altri racconti toscani” e oggi presenta la raccolta di poesie intitolata “Poesie folli e un poema incompiuto”, una silloge che cerca di rinnovare la poesia con la sperimentazione grafica e metrica. Simone Pesci, che cosa vuol comunicare al lettore con questo libro di poesie?
R. “Poesie folli e un poema incompiuto" vuole innanzitutto andare oltre le avanguardie del Novecento, quindi sia quelle del primo Novecento che la neoavanguardia e le avanguardie successive e cerca di proporre soluzioni metriche e grafiche alternative per proiettare la poesia nel futuro.
D. Nel leggere il titolo del libro ci sono due riferimenti: uno alla follia e uno all’incompiutezza. Viene da chiedersi perché definisce le sue poesie “folli”?
R. Folli innanzitutto perché all’interno del volume c’è il riferimento al tema della follia, quindi al malato psichico e alla follia come malattia e disagio e poi perché la follia è la tracotanza – in senso dantesco – di andare oltre le avanguardie del Novecento […].
D. Rimane ancora da fare chiarezza sul poema incompiuto. In che cosa consiste l’incompiutezza?
R. Il poema incompiuto cerca di mostrare quelli che sono i processi di pensiero del poeta nell’atto della creazione. Si cerca di raggiungere la compiutezza della poesia attraverso l’incompiutezza formale.
(Canale 10, TVR-Teleitalia)
R. “Poesie folli e un poema incompiuto" vuole innanzitutto andare oltre le avanguardie del Novecento, quindi sia quelle del primo Novecento che la neoavanguardia e le avanguardie successive e cerca di proporre soluzioni metriche e grafiche alternative per proiettare la poesia nel futuro.
D. Nel leggere il titolo del libro ci sono due riferimenti: uno alla follia e uno all’incompiutezza. Viene da chiedersi perché definisce le sue poesie “folli”?
R. Folli innanzitutto perché all’interno del volume c’è il riferimento al tema della follia, quindi al malato psichico e alla follia come malattia e disagio e poi perché la follia è la tracotanza – in senso dantesco – di andare oltre le avanguardie del Novecento […].
D. Rimane ancora da fare chiarezza sul poema incompiuto. In che cosa consiste l’incompiutezza?
R. Il poema incompiuto cerca di mostrare quelli che sono i processi di pensiero del poeta nell’atto della creazione. Si cerca di raggiungere la compiutezza della poesia attraverso l’incompiutezza formale.
(Canale 10, TVR-Teleitalia)
Presentazione del libro “Poesie folli e un poema incompiuto”
Libreria Edison – Firenze - 13 febbraio 2006 con Andrea Ulivi e Lorenzo Bertolani
[…] Io ho diviso poesia astratta tonale e poesia astratta atonale. Semplicemente, la poesia astratta tonale è una poesia che cerca un compromesso nelle arti per vedere di arrivare ad un specie di arte totale. È un tentativo avanguardistico […]. Nella poesia astratta tonale possiamo vedere il pentagramma perché c’è l’aspetto musicale e le parole che rispogliano del significato […] diventando musica. […] In più la pittura riesce a sottolineare alcuni aspetti di questa sonorità. È un compromesso perché la poesia perde il significato […], la musica perde gli strumenti e la pittura non ha uno spazio libero nel quale muoversi, però credo che per unire tre arti così diverse una delle possibili soluzioni sia un compromesso in cui ognuna perde qualcosa di sé per trovare qualcosa di altro.
Il poema incompiuto, un po’ per caso, un po’ per scelta, è stato posto in fondo al libro quasi a rappresentare una sintesi di quello che è il cantiere-libro. Il poema incompiuto nasce dalla volontà di mostrare i processi mentali del poeta mentre costruisce un testo, mentre fa poesia. Quindi abbiamo delle strofe aggiunte […], ci sono strofe cancellate […] e poi si ritrovano alcune soluzioni che si possono osservare anche nelle altre poesie: per esempio, il verso liberato, la punteggiatura spagnola che sottolinea maggiormente dubbio e affermazione […], lo specchio […]. Poi possiamo vedere frasi in latino, in francese e in greco antico che, per un lettore non esperto in questo tipo di linguaggi, diventano suono e quindi la poesia non perde nulla […] perché c’è l’aspetto della sonorità. Poi altre cose possono essere i versi ritrovati: come un filologo che va a ricercare in un testo antico di ricostruire una strofa o delle parole, noi poeti sin va a ricercare qualche cosa che andrebbe a comporre una strofa che però è incompiuta, non c’è ancora. […]
(Canale 10, TVR-Teleitalia)
Il poema incompiuto, un po’ per caso, un po’ per scelta, è stato posto in fondo al libro quasi a rappresentare una sintesi di quello che è il cantiere-libro. Il poema incompiuto nasce dalla volontà di mostrare i processi mentali del poeta mentre costruisce un testo, mentre fa poesia. Quindi abbiamo delle strofe aggiunte […], ci sono strofe cancellate […] e poi si ritrovano alcune soluzioni che si possono osservare anche nelle altre poesie: per esempio, il verso liberato, la punteggiatura spagnola che sottolinea maggiormente dubbio e affermazione […], lo specchio […]. Poi possiamo vedere frasi in latino, in francese e in greco antico che, per un lettore non esperto in questo tipo di linguaggi, diventano suono e quindi la poesia non perde nulla […] perché c’è l’aspetto della sonorità. Poi altre cose possono essere i versi ritrovati: come un filologo che va a ricercare in un testo antico di ricostruire una strofa o delle parole, noi poeti sin va a ricercare qualche cosa che andrebbe a comporre una strofa che però è incompiuta, non c’è ancora. […]
(Canale 10, TVR-Teleitalia)
Fiera della media e piccola editoria di Roma "Più libri più liberi"
Palazzo dei Congressi – Roma, Sala Campana, Dicembre 2005
Coordina Salvatore Merra
D. Che cosa hanno in comune gli undici racconti del suo libro?
R. Quello che accomuna i racconti è la campagna toscana, una campagna diversa da quella che viene rappresentata di solito nei film o nell’immaginario collettivo. Di solito la nostra campagna, la mia campagna toscana, è una campagna ridente e festosa mentre in questo caso sono accentuati gli aspetti misteriosi e oscuri che spaventano me per primo e che spero spaventino anche voi durante la lettura. All’interno di questi racconti alcuni luoghi sono realmente esistenti e frutto di una ricerca precisa (vista la natura “gialla” di qualche racconto), […] altri invece sono paesaggi prototipici con nomi di fantasia.
D. C’è un racconto fra questi che preferisce?
R. Uno in particolare [L’abbazia di Santa Maria Senese] è il racconto preferito in quanto non esiste quella chiesa, non esiste quel luogo, però in parte esistono in ognuno di noi: la lotta fra il bene e il male e... sviluppi successivi che lascio alla lettura. Questo è il racconto in cui ho messo più emozioni nella sua stesura.
R. Quello che accomuna i racconti è la campagna toscana, una campagna diversa da quella che viene rappresentata di solito nei film o nell’immaginario collettivo. Di solito la nostra campagna, la mia campagna toscana, è una campagna ridente e festosa mentre in questo caso sono accentuati gli aspetti misteriosi e oscuri che spaventano me per primo e che spero spaventino anche voi durante la lettura. All’interno di questi racconti alcuni luoghi sono realmente esistenti e frutto di una ricerca precisa (vista la natura “gialla” di qualche racconto), […] altri invece sono paesaggi prototipici con nomi di fantasia.
D. C’è un racconto fra questi che preferisce?
R. Uno in particolare [L’abbazia di Santa Maria Senese] è il racconto preferito in quanto non esiste quella chiesa, non esiste quel luogo, però in parte esistono in ognuno di noi: la lotta fra il bene e il male e... sviluppi successivi che lascio alla lettura. Questo è il racconto in cui ho messo più emozioni nella sua stesura.
Intervista Maggio 2004
D: Vogliamo chiederle: che cosa rappresenta per lei la figura del viandante sperduto?
R: Il viandante sperduto è la rappresentazione dell’uomo, pellegrino alla ricerca di qualcosa che, forse, non troverà mai. I sentieri che percorre non sono conosciuti, al massimo sono intuiti. Il viandante è sperduto perché in questa ricerca non può conoscere qual è la via giusta per raggiungere la meta, sebbene continui ad andare, costantemente oltre se stesso.
D: Quali sono le tappe fondamentali che il viandante deve percorrere?
R: La prima riflessione riguarda per forza il viandante stesso. Riflettere su di sé è il primo passo, il fondamento, di ogni altra riflessione. Riflettere su di sé significa riflettere su chi ci circonda, sull’amore, gli affetti, le amicizie. Nel suo cammino il viandante non può che porre attenzione anche alla sua spiritualità, al suo rapporto con il divino, all’esistenza stessa del divino, alla meditazione sulla morte.
D: Leggendo il suo libro compare oltre a quella del viandante la figura del cavaliere. Come mai?
R: Il cavaliere è anch’esso un viandante che si muove nel mondo e nel tempo. Non solo è alla ricerca di qualcosa, ma anche corre in difesa dell’oggetto della sua ricerca, corre in difesa della verità, del Graal, della giustizia, dell’amore, dei valori. Mentre il viandante compie un viaggio particolarmente di riflessione, il cavaliere è pronto a sguainare la spada. Ogni viandante ha in sé un cavaliere, ogni cavaliere è di per sé un viandante.
(TVR-Teleitalia, Canale10, ToscanaTv)
R: Il viandante sperduto è la rappresentazione dell’uomo, pellegrino alla ricerca di qualcosa che, forse, non troverà mai. I sentieri che percorre non sono conosciuti, al massimo sono intuiti. Il viandante è sperduto perché in questa ricerca non può conoscere qual è la via giusta per raggiungere la meta, sebbene continui ad andare, costantemente oltre se stesso.
D: Quali sono le tappe fondamentali che il viandante deve percorrere?
R: La prima riflessione riguarda per forza il viandante stesso. Riflettere su di sé è il primo passo, il fondamento, di ogni altra riflessione. Riflettere su di sé significa riflettere su chi ci circonda, sull’amore, gli affetti, le amicizie. Nel suo cammino il viandante non può che porre attenzione anche alla sua spiritualità, al suo rapporto con il divino, all’esistenza stessa del divino, alla meditazione sulla morte.
D: Leggendo il suo libro compare oltre a quella del viandante la figura del cavaliere. Come mai?
R: Il cavaliere è anch’esso un viandante che si muove nel mondo e nel tempo. Non solo è alla ricerca di qualcosa, ma anche corre in difesa dell’oggetto della sua ricerca, corre in difesa della verità, del Graal, della giustizia, dell’amore, dei valori. Mentre il viandante compie un viaggio particolarmente di riflessione, il cavaliere è pronto a sguainare la spada. Ogni viandante ha in sé un cavaliere, ogni cavaliere è di per sé un viandante.
(TVR-Teleitalia, Canale10, ToscanaTv)
Presentazione-Intervista Il viandante sperduto, Palazzo dei Congressi (Sala Onice)
Firenze, Maggio 2004 con Fabrizio Borghini
D: Quando hai capito di essere un poeta?
R: ... quando una persona si sveglia al mattino e subito pensa, tra le prime cose, a scrivere poesie e ad aggiustare i sentimenti che ha provato per veicolarli in forma poetica, si può dire poeta. Io non parlerei di un momento particolare, direi piuttosto un periodo particolare...
D: Ci puoi spiegare il tuo lavoro?
R: Non c'è una regola fissa. Una poesia nasce con una costruzione abbastanza definita, anche se d'impulso. Poi si lima qua e là con sostituzioni di parole, spazi bianchi ecc.... Nel percorso che ho compiuto non ho abbandonato quasi mai o mai, ed anzi ho rafforzato, l'idea che una poesia anche con il verso libero debba avere delle regole. Una poesia, quando si va costruendo, si va costruendo tenendo conto degli spazi bianchi, di non superare il verso endecasillabo o il dodecasillabo, abbandonando volontariamente la rima, perché ridondante e perché frena l'espressività... è importante poi la suddivisione in strofe anche dal punto di vista visivo, grafico...
D: Quali sono stati i tuoi amori letterari?
R: I primi autori che mi hanno affascinato sono certamente i crepuscolari con Pascoli che li anticipa, in qualche modo... Un altro autore importante è stato Ungaretti... Pascoli, Ungaretti e Corazzini sono gli autori che preferisco...
(TVR-Teleitalia, Canale10, ToscanaTv)
R: ... quando una persona si sveglia al mattino e subito pensa, tra le prime cose, a scrivere poesie e ad aggiustare i sentimenti che ha provato per veicolarli in forma poetica, si può dire poeta. Io non parlerei di un momento particolare, direi piuttosto un periodo particolare...
D: Ci puoi spiegare il tuo lavoro?
R: Non c'è una regola fissa. Una poesia nasce con una costruzione abbastanza definita, anche se d'impulso. Poi si lima qua e là con sostituzioni di parole, spazi bianchi ecc.... Nel percorso che ho compiuto non ho abbandonato quasi mai o mai, ed anzi ho rafforzato, l'idea che una poesia anche con il verso libero debba avere delle regole. Una poesia, quando si va costruendo, si va costruendo tenendo conto degli spazi bianchi, di non superare il verso endecasillabo o il dodecasillabo, abbandonando volontariamente la rima, perché ridondante e perché frena l'espressività... è importante poi la suddivisione in strofe anche dal punto di vista visivo, grafico...
D: Quali sono stati i tuoi amori letterari?
R: I primi autori che mi hanno affascinato sono certamente i crepuscolari con Pascoli che li anticipa, in qualche modo... Un altro autore importante è stato Ungaretti... Pascoli, Ungaretti e Corazzini sono gli autori che preferisco...
(TVR-Teleitalia, Canale10, ToscanaTv)
Presentazione Raggismo intimo al Caffè Storico - Letterario Giubbe Rosse
Firenze, Maggio 2002
... Il titolo Raggismo intimo riprende la lezione dei pittori di inizio '900 che si basavano, Larionov soprattutto, sulla dinamica di linee che si irradiano nello spazio sostenute dalla forza del colore. Per me le linee sono le emozioni che essendo colorate rappresentano in nostro intimo, la nostra personalità...
(VideoFirenze, TVR-Teleitalia)
(VideoFirenze, TVR-Teleitalia)
"Incontro con l'Autore" a cura di Roberta Capanni
Giugno 2002
D: Come nasce questa voglia di poesia, di scrivere poesia?
R: Ho frequentato il liceo Classico e quindi già la scuola inquadra ad una certa visione della Letteratura e della poesia e comunque dà la possibilità di andare a ricercare anche le cose che a scuola non sono fatte. Amiamo andare in libreria e conoscere anche autori, tipo quelli francesi, le avanguardie di inizio '900 sia per la poesia che per la pittura (vedi il titolo del volume). Quest'amore nasce un po' dalla scuola frequentata e un po' per natura.
D: Raggismo intimo è diviso in tre sezioni, vero?
R: Sì, sono tre sezioni che hanno dei titoli: luci ed assenze, coerenze e contraddizioni, coraggio e introspezione. Sono titoli ossimorici che permettono di avere una riflessione mentre si leggono le poesie di una sezione e di apprezzare in sentimento che sta dietro la poesia.
(TVR-Teleitalia)
R: Ho frequentato il liceo Classico e quindi già la scuola inquadra ad una certa visione della Letteratura e della poesia e comunque dà la possibilità di andare a ricercare anche le cose che a scuola non sono fatte. Amiamo andare in libreria e conoscere anche autori, tipo quelli francesi, le avanguardie di inizio '900 sia per la poesia che per la pittura (vedi il titolo del volume). Quest'amore nasce un po' dalla scuola frequentata e un po' per natura.
D: Raggismo intimo è diviso in tre sezioni, vero?
R: Sì, sono tre sezioni che hanno dei titoli: luci ed assenze, coerenze e contraddizioni, coraggio e introspezione. Sono titoli ossimorici che permettono di avere una riflessione mentre si leggono le poesie di una sezione e di apprezzare in sentimento che sta dietro la poesia.
(TVR-Teleitalia)
Intervista Maggio 2002
D: Al Caffè storico- letterario Giubbe Rosse viene presentato il libro di poesie Raggismo Intimo. Un titolo che stimola il lettore a ricercare ciò che nasconde. Siamo qui con l’Autore Simone Pesci al quale chiediamo di spiegarcene il significato.
R: Il Raggismo è un movimento pittorico d’avanguardia nato in Russia agli inizi del ‘900. Si basa sulla dinamica di linee che si irradiano come frecce nello spazio, sostenute dalla forza del colore. Per me queste linee sono le emozioni che con i loro colori riempiono la nostra intimità.
D: Quindi fin dal titolo lei ha richiamato la pittura, ci sono altri riferimenti a questa forma d’arte nella sua poesia?
R: Fra le mie liriche una è intitolata il Cavaliere azzurro, nome già di un’opera del pittore russo Kandinskij. Questo personaggio mi ha sempre affascinato perché si compone di coraggio e abnegazione -il cavaliere- e dell’infinito, di una tensione verso l’universo-l’azzurro.
D: Il numero delle poesie contenute nel libro è considerevole, lei le ha suddivise in tre parti: “Luce e assenze”, “Coerenze e contraddizioni”, “Coraggio e introspezione”. Qual è stata la necessità di questa distinzione?
R: Ogni sottotitolo è un filo rosso che lega alcune poesie. La presenza di questi tre sottotitoli mi ha permesso di raccogliere diverse opportunità di riflessione che credo siano sufficientemente rintracciabili.
D: Ma allora per lei la poesia è riflessione o sentimento?
R: Già dall’aggettivo “intimo” del titolo si può evincere che la poesia deve essere insieme riflessione e sentimento perché entrambi componenti della nostra personalità.
(VideoFirenze, TVR-Teleitalia)
R: Il Raggismo è un movimento pittorico d’avanguardia nato in Russia agli inizi del ‘900. Si basa sulla dinamica di linee che si irradiano come frecce nello spazio, sostenute dalla forza del colore. Per me queste linee sono le emozioni che con i loro colori riempiono la nostra intimità.
D: Quindi fin dal titolo lei ha richiamato la pittura, ci sono altri riferimenti a questa forma d’arte nella sua poesia?
R: Fra le mie liriche una è intitolata il Cavaliere azzurro, nome già di un’opera del pittore russo Kandinskij. Questo personaggio mi ha sempre affascinato perché si compone di coraggio e abnegazione -il cavaliere- e dell’infinito, di una tensione verso l’universo-l’azzurro.
D: Il numero delle poesie contenute nel libro è considerevole, lei le ha suddivise in tre parti: “Luce e assenze”, “Coerenze e contraddizioni”, “Coraggio e introspezione”. Qual è stata la necessità di questa distinzione?
R: Ogni sottotitolo è un filo rosso che lega alcune poesie. La presenza di questi tre sottotitoli mi ha permesso di raccogliere diverse opportunità di riflessione che credo siano sufficientemente rintracciabili.
D: Ma allora per lei la poesia è riflessione o sentimento?
R: Già dall’aggettivo “intimo” del titolo si può evincere che la poesia deve essere insieme riflessione e sentimento perché entrambi componenti della nostra personalità.
(VideoFirenze, TVR-Teleitalia)
Intervista Marzo 2001
D: Al Caffè storico-leterario Giubbe Rosse viene presentato il libro di poesie Fuochi di Silenzio. Siamo qui con l’autore Simone Pesci al quale chiediamo: E’ iniziato il nuovo millennio, che valore ha e che cosa rappresenta la poesia?
R: C’è da auspicare che, nonostante i millenni che passano, l’uomo trovi lo spazio per continuare a tenere viva l’indagine personale dei propri sentimenti.
D: Quale messaggio ha inteso inviare con la sua poesia?
R: Forse può non venire soddisfatta dalla mia risposta, ma, scrivere poesie è una interessante visualizzazione grafica di emozioni interne. Posso solo sperare che il lettore trovi le sue.
D: La sua poesia è un inno alla natura e all’amore, due aspetti importanti della vita di relazione. C'è spazio ancora oggi per vivere sollecitati da questi valori?
R: L’uomo è natura e amore e deve soltanto cogliere il suo profondo significato.
(VideoFirenze, TVR-Teleitalia)
R: C’è da auspicare che, nonostante i millenni che passano, l’uomo trovi lo spazio per continuare a tenere viva l’indagine personale dei propri sentimenti.
D: Quale messaggio ha inteso inviare con la sua poesia?
R: Forse può non venire soddisfatta dalla mia risposta, ma, scrivere poesie è una interessante visualizzazione grafica di emozioni interne. Posso solo sperare che il lettore trovi le sue.
D: La sua poesia è un inno alla natura e all’amore, due aspetti importanti della vita di relazione. C'è spazio ancora oggi per vivere sollecitati da questi valori?
R: L’uomo è natura e amore e deve soltanto cogliere il suo profondo significato.
(VideoFirenze, TVR-Teleitalia)
Presentazione Fuochi di silenzio al Caffè Storico - Letterario Giubbe Rosse,
Firenze Marzo 2001 con Fabrizio Bagatti
In Fuochi di silenzio esiste l'elemento autobiografico più o meno filtrato attraverso paesaggi, allegorie, attraverso una simbologia spontanea, ma ricercata.
Scrivere poesia è una interessante visualizzazione grafica di emozioni interne, è come porsi davanti i propri stati d'animo e colloquiare con essi. questi stati d'animo, queste emozioni... ce li dà la natura, la bellezza. E natura e bellezza sono presenti in maniera copiosa nel volume e nei versi qui pubblicati.
Io non spiegherò il significato del titolo Fuochi di silenzio perché ognuno possa trovare il suo significato. La poesia non è fatta solo dall'Autore, ma anche da chi legge...
(VideoFirenze, TVR-Teleitalia)
Scrivere poesia è una interessante visualizzazione grafica di emozioni interne, è come porsi davanti i propri stati d'animo e colloquiare con essi. questi stati d'animo, queste emozioni... ce li dà la natura, la bellezza. E natura e bellezza sono presenti in maniera copiosa nel volume e nei versi qui pubblicati.
Io non spiegherò il significato del titolo Fuochi di silenzio perché ognuno possa trovare il suo significato. La poesia non è fatta solo dall'Autore, ma anche da chi legge...
(VideoFirenze, TVR-Teleitalia)